
Gennaio 2025
Performance
Profitto del mese 1,08% Drawdown massimo 7,99% Mesi di attività 39
Pubblicazione
01/02/25
Report completo
Gennaio 2025 si è aperto con un quadro macroeconomico globale segnato da una crescita disomogenea tra le principali economie, tensioni geopolitiche latenti e un crescente dibattito sulle politiche monetarie delle banche centrali. Gli Stati Uniti hanno mostrato segnali di resilienza economica, con una domanda interna ancora robusta e un mercato del lavoro solido, ma con un'inflazione che si è rivelata più persistente del previsto. Questa dinamica ha indotto la Federal Reserve ad adottare un approccio più cauto nella gestione dei tassi di interesse, con una riduzione di 25 punti base che ha portato il range al 4,25-4,50%. Tale decisione è stata motivata dalla necessità di bilanciare la moderazione dell'inflazione con il mantenimento della crescita economica, evitando un eccessivo rallentamento dell'attività produttiva. In Europa, la situazione si è rivelata più complessa. Il rallentamento economico si è fatto più marcato, con consumi e investimenti in contrazione e una produzione industriale sotto pressione. L’inflazione si è mantenuta stabile attorno al 2%, ma le difficoltà nel settore manifatturiero e la debolezza delle esportazioni hanno spinto la Banca Centrale Europea ad abbassare ulteriormente i tassi di interesse, portandoli al 2,75%. Tuttavia, questa scelta non è stata sufficiente a dissipare i timori di una possibile recessione tecnica in alcune economie chiave dell’Eurozona, come la Germania, dove il calo della produzione industriale e la flessione del settore automobilistico hanno accentuato le preoccupazioni.
Il mercato energetico ha registrato un inizio d'anno caratterizzato da un incremento dei prezzi del gas naturale in Europa, che ha visto una crescita del costo da 45 a 48 euro per megawattora. Questo rialzo, sebbene contenuto rispetto ai picchi del 2022, ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità della ripresa economica, soprattutto per i settori industriali ad alta intensità energetica. Il petrolio, invece, ha mantenuto una relativa stabilità, oscillando tra gli 80 e gli 85 dollari al barile, grazie a un equilibrio tra domanda globale e politiche di produzione concordate dall’OPEC+. Nel mercato valutario, il dollaro statunitense ha proseguito la sua fase di rafforzamento, sostenuto dai dati macroeconomici favorevoli e dal differenziale dei tassi di interesse rispetto all’Eurozona. L’euro ha subito una leggera flessione, risentendo delle difficoltà economiche dell’area euro e delle aspettative di ulteriori interventi della BCE. Anche il renminbi cinese ha mostrato segni di indebolimento, riflettendo il rallentamento dell’economia cinese e l'incertezza sulle prospettive del settore immobiliare, ancora alle prese con tensioni finanziarie. I mercati azionari hanno registrato un avvio d'anno incerto. Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha mostrato una volatilità accentuata, con gli investitori divisi tra la prospettiva di tassi di interesse più bassi e le incertezze legate all’andamento dell’inflazione. In Europa, gli indici azionari hanno risentito delle preoccupazioni sulla crescita economica, mentre in Asia, il mercato cinese ha continuato a soffrire a causa della crisi del settore immobiliare e delle pressioni regolatorie su alcuni settori strategici. Nel contesto di questi sviluppi macroeconomici e finanziari, il circuito di investimento analizzato ha registrato un rendimento positivo dell’1,08% nel mese di gennaio, sebbene abbia dovuto affrontare un drawdown massimo del 7,99%. Questa dinamica evidenzia una strategia di investimento che, pur ottenendo un rendimento contenuto, ha dovuto fronteggiare episodi di elevata volatilità. Il drawdown significativo suggerisce che i mercati abbiano attraversato fasi di instabilità, richiedendo un’attenta gestione del rischio e una diversificazione efficace per contenere le perdite nei momenti di maggiore turbolenza. A livello di innovazione tecnologica, il mese di gennaio è stato caratterizzato dal caso DeepSeek, una startup cinese di intelligenza artificiale che ha rapidamente guadagnato notorietà a livello internazionale. DeepSeek ha lanciato un assistente AI gratuito che, in breve tempo, ha superato ChatGPT di OpenAI in termini di download negli Stati Uniti. Questo sviluppo ha innescato reazioni significative nei mercati tecnologici, con aziende come Nvidia che hanno registrato cali nel valore di mercato, a causa delle preoccupazioni legate alla crescente concorrenza cinese nel settore dell’IA. Tuttavia, l’ascesa di DeepSeek è stata accompagnata da controversie, con le autorità italiane che hanno bloccato l'accesso all'applicazione per timori legati alla protezione dei dati personali. Analogamente, Taiwan ha emesso raccomandazioni contro l’uso dei suoi servizi nei dipartimenti governativi, citando rischi per la sicurezza nazionale. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha avviato un’indagine per verificare se DeepSeek abbia eluso le restrizioni sulle esportazioni di chip avanzati, ottenendo semiconduttori Nvidia attraverso intermediari con sede a Singapore. Parallelamente, Microsoft e OpenAI hanno annunciato di stare esaminando se un gruppo affiliato a DeepSeek abbia avuto accesso non autorizzato a dati proprietari di OpenAI, alimentando il dibattito sulla protezione della proprietà intellettuale nel settore dell’intelligenza artificiale. L’impatto del caso DeepSeek si estende ben oltre la competizione tecnologica, rappresentando un ulteriore elemento di tensione nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina. Questo evento dimostra come l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale stia rapidamente diventando non solo un fattore economico, ma anche un tema strategico e geopolitico di primaria importanza.
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