Giugno 2025

Performance

Profitto del mese 1,69% Drawdown massimo 15,39% Mesi di attività 44

Pubblicazione

01/07/25

Report completo

Un sentiero di rallentamento ordinato ma strutturale, confermando quanto già emerso nei mesi precedenti. Le principali istituzioni internazionali, tra cui l’OCSE, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’anno in corso, stimando un’espansione del PIL mondiale attorno al 2,6%, in decisa flessione rispetto al 3,3% registrato nel 2024. Questo ridimensionamento è il riflesso di un’evoluzione economica fortemente influenzata da fattori esogeni ricorrenti, tra cui l’inasprimento delle tensioni commerciali, il rallentamento della manifattura globale, l’irrigidimento dei canali di finanziamento, l’aumento dei costi energetici e un generalizzato indebolimento della fiducia in ambito sia aziendale che familiare.

Negli Stati Uniti, l’attenzione è rimasta centrata sull’orientamento della politica monetaria della Federal Reserve, la quale, nel meeting del 18 giugno, ha confermato il mantenimento dei tassi di interesse nella forchetta 4,25%–4,50%. Sebbene il mercato avesse inizialmente prezzato almeno un primo taglio entro l’estate, le dichiarazioni successive del presidente Powell e la lettura aggiornata del dot plot hanno chiarito che eventuali riduzioni dei tassi saranno subordinate a un rallentamento più marcato dell’inflazione core, che nel mese di riferimento ha mostrato un’evoluzione ancora troppo distante dal target del 2%, assestandosi su livelli prossimi al 3,1%. I dati sull’occupazione hanno confermato un raffreddamento graduale del mercato del lavoro: la creazione netta di posti di lavoro è scesa a una media di circa 115.000 unità mensili, rispetto a una media di 139.000 del primo trimestre, e il tasso di disoccupazione ha oscillato tra il 4,2% e il 4,3%. La partecipazione alla forza lavoro è rimasta sostanzialmente stabile, ma sono emersi segnali di deterioramento nelle nuove assunzioni e un aumento nella durata media della disoccupazione. Il Leading Economic Index ha registrato un'ulteriore contrazione, con un -0,1% su base mensile e -2,7% su base semestrale, confermando un indebolimento del ciclo economico interno. L’Eurozona ha continuato a mostrare un profilo di crescita modesta ma stabile, con un’inflazione armonizzata che, grazie a una moderazione nei prezzi energetici e alimentari, si è riportata verso il target BCE del 2%. Tale dinamica ha permesso alla Banca Centrale Europea di consolidare il proprio approccio attendista, evitando nuove strette monetarie e limitandosi ad interventi comunicativi improntati alla prudenza. Tuttavia, le condizioni economiche sottostanti restano fragili: il settore industriale continua a operare in territorio recessivo, in particolare in Germania e Francia, mentre il mercato del lavoro, pur mantenendo tassi di disoccupazione contenuti, segnala una lieve riduzione delle ore lavorate e un rallentamento nella crescita dei salari reali. Nel Regno Unito, la situazione è analoga: la Bank of England si è trovata costretta a bilanciare la necessità di contenere le pressioni inflazionistiche con il rischio crescente di stagnazione, in un contesto macro interno ancora segnato dalle fragilità post-Brexit. Nei mercati finanziari, giugno ha rappresentato un mese favorevole per l’azionario statunitense, con l’indice S&P500 che ha chiuso con un progresso dell’1,66% e il Nasdaq in salita del 2,13%, sostenuti da un sentiment positivo verso i titoli tecnologici e da un calo temporaneo della volatilità implicita. La curva dei rendimenti ha mantenuto una configurazione invertita, segnalando la persistente aspettativa di una recessione tecnica nei prossimi due trimestri. Nel comparto delle materie prime, il petrolio ha registrato un rimbalzo significativo: il Brent è salito fino a quota 82 dollari al barile, mentre il WTI si è attestato attorno agli 81 dollari, trainato da tagli alla produzione da parte dell’OPEC+ e da un incremento della domanda stagionale. Anche l’oro ha mostrato una discreta forza relativa, mantenendo quotazioni stabili in area 2.320–2.340 dollari l’oncia, beneficiando di un aumento dell’avversione al rischio e di una progressiva discesa dei rendimenti reali. In questo scenario complesso e disomogeneo, il circuito operativo a cinque conti di Rid Investment ha dimostrato elevata resilienza, capacità di lettura dei contesti e adattabilità alle specificità dei singoli strumenti finanziari. Durante il mese di giugno, la strategia ha dato luogo a un totale di 31 operazioni, delle quali 23 si sono concluse in profitto, corrispondente a un tasso di successo pari al 74,2%. L’articolazione multi-conto ha permesso una segmentazione precisa delle operazioni, sia in termini di asset class sia di approccio metodologico. Nello specifico, i conti 2 (RIDAMCstr. Medio Termine) e 3 (RIDAMCstr. Liquidità) hanno operato esclusivamente su indici azionari americani (S&P500 e Nasdaq), adottando un’impostazione di tipo direzionale ad alta frequenza, con analisi dinamica di breakout e correzioni secondarie in risposta agli eventi macroeconomici statunitensi. L’analisi quantitativa ha guidato l’ingresso e l’uscita dalle posizioni, affiancata da segnali basati su volumi, sentiment e oscillatori tecnici. Il quarto conto (RIDAMCstr. #1) ha concentrato l’operatività sulle principali coppie valutarie a elevata liquidità, EUR/USD e GBP/USD, con approccio più prudente, di tipo swing, integrando dati macro rilevanti (inflazione, tassi reali, bilancia commerciale) e livelli di posizionamento istituzionale. Il conto, (RIDAMCstr. #2) ha focalizzato le attività su CAD/CHF, sfruttando la particolare sensibilità del dollaro canadese ai movimenti del greggio e ai dati occupazionali interni, mentre la componente franco-svizzera ha offerto uno strumento difensivo e stabile, utile per operazioni di diversificazione. Il primo conto (RIDAMCstr. Speculativo) interamente dedicato all’oro (XAU/USD) nel decorrere del mese, ha sviluppato un’impostazione di medio termine basata su correlazioni inverse con l’andamento dei Treasury statunitensi, lettura dei flussi ETF e posizionamento retail. L’asset allocation tra i cinque conti è stata bilanciata sulla base della volatilità implicita dei singoli mercati e delle condizioni di liquidità intra‑giornaliere, con una gestione del rischio calibrata a livello sia individuale sia aggregato. La strategia Rid Investment ha dimostrato, anche nel mese di giugno, un’elevata capacità di affrontare contesti complessi, combinando competenza analitica, disciplina operativa e un’articolazione strategica avanzata. I risultati conseguiti rafforzano la validità della struttura multi-conto, sia in termini di rendimento sia di tenuta nei momenti di stress sistemico, e pongono le basi per affrontare il secondo semestre dell’anno con rinnovata solidità, in coerenza con la nostra missione: offrire performance sostenibili, replicabili e costruite sulla comprensione profonda delle dinamiche macro-finanziarie globali.

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