Maggio 2025

Performance

Profitto del mese 1,58% Drawdown massimo 12,56% Mesi di attività 43

Pubblicazione

01/06/25

Report completo

L’analisi congiunta degli indicatori macroeconomici emersi nel mese di maggio 2025 conferma un quadro complesso, caratterizzato da un rallentamento sincronizzato delle principali economie avanzate, all’interno di un contesto globale segnato da instabilità commerciale e tensioni geopolitiche. L’economia mondiale si trova oggi in una fase di transizione incerta, nella quale i modelli tradizionali di stimolo monetario risultano meno efficaci, mentre i margini di manovra fiscale appaiono progressivamente più ristretti.

Negli Stati Uniti, la contrazione del PIL dello 0,3% unita a un’inflazione al 4% delinea un contesto di pressione stagflattiva, nel quale la crescita ristagna nonostante una dinamica inflazionistica elevata. L’inasprimento del regime tariffario ha avuto un impatto diretto sulla competitività e sul costo delle importazioni, riportando il tasso effettivo al livello più elevato dal periodo prebellico. La Federal Reserve, pur riconoscendo la resilienza del mercato del lavoro, si trova costretta a sospendere ogni ipotesi di allentamento monetario, assumendo un atteggiamento attendista in un contesto dove la normalizzazione dei prezzi si scontra con dinamiche esogene non facilmente governabili. L’Eurozona, pur beneficiando di un rallentamento dell’inflazione (1,9% su base annua), si mostra estremamente fragile sotto il profilo della crescita reale, con previsioni riviste allo 0,9% annuo. L’impatto delle barriere commerciali statunitensi inizia a manifestarsi anche a livello europeo, soprattutto sulle filiere industriali più esposte. La BCE, in un quadro di inflazione sotto controllo e prospettive di stagnazione, si prepara a rilanciare un ciclo di accomodamento monetario, tentando di evitare l’innesco di una spirale deflazionistica in alcuni settori manifatturieri. Il Giappone conferma il proprio cronico affaticamento economico: una crescita rivista allo 0,4%, un PIL in contrazione trimestrale e un’inflazione al 3,6% confermano l’inefficacia degli stimoli fiscali passati e pongono nuovamente la Banca del Giappone di fronte al dilemma di politiche ultra-espansive in un ambiente di consumi deboli e domanda esterna depressa. La fragilità delle esportazioni giapponesi, notoriamente dipendenti da mercati aperti, si rivela oggi un fattore di vulnerabilità sistemica. Il Canada mostra un quadro bifronte: da un lato, il PIL cresce dello 0,5% grazie a un’accelerazione temporanea delle esportazioni; dall’altro, il mercato del lavoro evidenzia segnali preoccupanti con un tasso di disoccupazione in salita al 6,9%. Il dato sull’inflazione core al 2,4% mantiene un profilo di sostenibilità, ma la tenuta del ciclo espansivo appare condizionata dalla futura evoluzione del contesto statunitense, a cui l’economia canadese resta fortemente interconnessa. Il Regno Unito, pur beneficiando di una crescita trimestrale dello 0,6%, è gravato da previsioni negative a medio termine (1,3% per il 2025, 1% per il 2026), appesantite da una struttura fiscale rigida e da costi energetici in ascesa. L’inflazione attesa al 3,5% nel terzo trimestre potrebbe comprimere ulteriormente la capacità di consumo, riducendo gli effetti positivi di una moderata ripresa produttiva. La direzione in cui si muove oggi l’economia globale è quella di un riequilibrio forzato, nel quale la crescita potenziale si comprime sotto il peso di fattori esogeni, e le politiche monetarie perdono efficacia a fronte di un’inflazione alimentata non più dalla domanda interna ma da shock esterni e distorsioni nei flussi globali. L’equilibrio futuro dipenderà dalla capacità delle principali aree economiche di cooperare nel contenimento delle barriere commerciali e nel ristabilire un contesto prevedibile per le imprese. Senza una risposta multilaterale concertata, si rischia una progressiva erosione della fiducia nei mercati, che potrebbe preludere a una fase più acuta di instabilità finanziaria. A completamento del quadro, è opportuno segnalare che, attraverso la nostra strategia multi-conto articolata su cinque portafogli distinti, abbiamo eseguito 28 operazioni durante il mese di maggio, conseguendo un profitto netto dell’1,58%. Il rendimento aveva raggiunto un picco del 3,29% intorno alla metà del mese, ma per ragioni precauzionali abbiamo ritenuto opportuno procedere con la liquidazione anticipata di alcune posizioni, accettando una lieve perdita su una parte dell’operatività nella seconda metà del mese. Questo approccio riflette la nostra filosofia di gestione del rischio: in un contesto di mercato volatile, il monitoraggio attivo delle posizioni e la capacità di ridurre l’esposizione nei momenti critici risultano essenziali per garantire stabilità e sostenibilità nel medio-lungo termine.

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