Novembre 2025

Performance

Profitto del mese 1,49% Drawdown massimo 15,74% Mesi di attività 49

Pubblicazione

01/12/2025

Report completo

Nel mese di novembre 2025 Rid Investment ha concluso il suo 49° mese di attività con una performance mensile pari a +1,46% a fronte di 22 operazioni complessive sviluppate attraverso le sue cinque strategie proprietarie, con un capitale medio impegnato pari al 15,74% e una qualità dell’operatività testimoniata da 19 trade profittevoli e 3 in perdita, per un tasso di successo intorno all’86,4%. Il risultato va contestualizzato all’interno di uno scenario macroeconomico e finanziario complesso ma non recessivo, caratterizzato da una crescita globale moderata, prossima al 3% su base annua, con significative divergenze tra aree geografiche: le economie avanzate mostrano un rallentamento della manifattura e una resilienza dei servizi, mentre gli emergenti contribuiscono in modo non trascurabile alla domanda globale.

Nell’area euro, i principali indicatori congiunturali segnalano un quadro di espansione debole: i PMI manifatturieri sono tornati in zona di lieve contrazione, con Germania e Francia in difficoltà sul lato industriale, mentre il comparto servizi rimane in territorio di espansione, sostenuto da consumi interni ancora relativamente stabili; il PIL trimestrale resta positivo ma modesto, con variazioni nell’ordine di pochi decimi di punto, e il mercato del lavoro mostra una disoccupazione su livelli storicamente bassi, a conferma di una fase di “crescita sotto potenziale” più che di vera recessione conclamata. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dell’area euro si è progressivamente avvicinata al target, oscillando poco sopra il 2%, con la componente energia molto meno esplosiva rispetto al biennio precedente e i servizi ancora più rigidi, ma in rientro graduale; questo ha permesso alla BCE di adottare una postura di sostanziale attesa, con tassi che vengono mantenuti su livelli coerenti con una fase di restrizione ancora moderata ma non più inasprita, e con il mercato che prezza un sentiero di normalizzazione molto graduale e privo di movimenti aggressivi nel breve periodo. Negli Stati Uniti, il mese è stato dominato dall’idea di una Fed che ha sostanzialmente superato il picco restrittivo e che si muove lungo un percorso di tagli misurati, in un contesto di inflazione in rientro e mercato del lavoro meno tirato rispetto ai massimi del ciclo, con un progressivo riassorbimento degli eccessi post-pandemia; il mercato obbligazionario ha reagito con un modesto calo dei rendimenti governativi lungo la curva, in particolare sulle scadenze intermedie, sostenendo il repricing di duration e l’idea di un premio al rischio meno sbilanciato rispetto alla fase di tightening più aggressiva. I mercati azionari hanno vissuto un mese di consolidamento: gli indici statunitensi hanno mostrato andamenti eterogenei, con indici ampi prossimi alla parità o in leggero rialzo e il comparto tecnologico, soprattutto il segmento growth legato all’intelligenza artificiale, interessato da prese di profitto e rotazioni settoriali; in Europa, le borse hanno scontato il mix di crescita debole e valutazioni meno tirate rispetto agli USA, mantenendo un profilo di volatilità contenuta ma con flussi che alternano fasi di entrata e uscita in funzione delle aspettative sui tassi e sugli utili. Nei mercati emergenti, il quadro è risultato altrettanto selettivo, con alcune piazze favorite dal differenziale di crescita e dal carry, e altre penalizzate da rischi politici, fragilità sul debito o dipendenza da flussi esteri. Sul mercato dei cambi, la dinamica principale è stata guidata dal progressivo restringimento del differenziale atteso di politica monetaria tra Fed e BCE: il dollaro, pur restando una valuta ad alta domanda nei momenti di avversione al rischio, non beneficia più della stessa forza strutturale del periodo di rialzi aggressivi, e l’EUR/USD ha mostrato un comportamento più laterale, incanalato in range in cui sono state premiate strategie tattiche e operative basate su micro-trend e consolidamenti più che su rotture direzionali estreme; al tempo stesso, le valute ad alto rendimento e quelle dei paesi emergenti hanno offerto opportunità per strategie di carry e rotazione, ma con un profilo di rischio elevato e fortemente sensibile alle sorprese sui dati macro e agli shock di sentiment. Sul fronte delle commodity, l’oro e i metalli preziosi hanno continuato a essere utilizzati come strumento di copertura e diversificazione in un contesto in cui permangono timori legati a rischi geopolitici, situazioni fiscali complesse in diversi paesi avanzati e possibili delusioni sugli extra-profitti attesi dall’AI nel medio termine; l’energia, in particolare il petrolio, ha risentito del compromesso tra aspettative di crescita non entusiasmanti e dinamiche dell’offerta legate alle decisioni dei principali paesi produttori. In questo contesto, la gestione del rischio da parte di Rid Investment si è collocata in modo coerente con il regime di mercato: utilizzo medio del 15,74% del capitale che indica un’esposizione contenuta e gestita con disciplina, capacità di assorbire eventuali shock di volatilità senza entrare in condizioni di stress eccessivo su margini e liquidità, selezione delle operazioni finalizzata a cogliere opportunità con buon rapporto rischio/rendimento piuttosto che inseguire rendimenti nominali elevati a costo di drawdown importanti. Il risultato di +1,46% nel mese, ottenuto con 22 operazioni e un tasso di successo superiore all’86%, esprime un processo di investimento improntato alla robustezza più che alla spettacolarità: controllo del downside sulle poche operazioni in perdita, capacità di preservare la stabilità dell’equity line in un contesto di narrativa macro fluida e spesso contraddittoria, e mantenimento di un profilo di esposizione che privilegia la continuità dei risultati rispetto alla massimizzazione della leva. Considerato il posizionamento del ciclo macro e la maturità del track record, novembre 2025 rappresenta quindi un mese in cui l’operatività di Rid Investment ha dimostrato coerenza con lo scenario globale, efficacia nella gestione del rischio e capacità di generare valore con un impiego di capitale misurato, confermando la solidità del modello nel lungo periodo.

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