
Settembre 2025
Performance
Profitto del mese 0,19% Drawdown massimo 17,56% Mesi di attività 47
Pubblicazione
01/10/2025
Report completo
Settembre 2025 è stato, a tutti gli effetti, uno dei mesi più complessi dell’anno, tanto dal punto di vista operativo quanto da quello psicologico. Le performance numeriche parlano chiaro: il mese si è chiuso con un ritorno marginale dello 0,19%, a fronte di un drawdown massimo del 17,56%, su un totale di 28 operazioni, di cui 13 chiuse in profitto e 15 in perdita, per un tasso di successo del 46,43%. Numeri che, isolati, potrebbero sembrare deludenti, ma che nel contesto complessivo del 47° mese di attività assumono un significato diverso: quello di un mese di consolidamento, di confronto con la volatilità e di apprendimento reale. È stato un periodo di test, di errori costruttivi e di conferme metodologiche; un mese di “scuola”, nel senso più professionale e tecnico del termine.
Il quadro operativo ha mostrato come la struttura complessiva del sistema sia resiliente, ma non ancora perfettamente ottimizzata. L’output complessivo si è attestato tra il 70 e l’80% del target mensile, con alcune inefficienze di esecuzione e un certo disallineamento tra la qualità dei setup e la gestione delle fasi intermedie del trade. Alcuni ingressi sono risultati anticipati, altri eccessivamente prudenti, segno di una leggera perdita di sincronia con il contesto di mercato. La componente emotiva, pur contenuta, ha comunque inciso in momenti di drawdown prolungato, soprattutto a cavallo della seconda settimana del mese, dove la pressione psicologica ha favorito un eccesso di microgestione. Nonostante questo, la tenuta complessiva del sistema è rimasta solida: la curva di capitale, pur oscillante, ha mantenuto struttura e coerenza con il modello di rischio previsto. Settembre è stato caratterizzato da una volatilità anomala e da mercati più irregolari rispetto ai mesi precedenti. Sul piano macroeconomico, l’equilibrio globale si è fatto più fragile. L’OCSE ha segnalato una crescita mondiale in rallentamento rispetto al primo semestre, con particolare vulnerabilità nel commercio internazionale, mentre gli Stati Uniti hanno mantenuto un profilo misto: l’S&P 500 ha chiuso il mese in positivo (circa +3,5%), ma con una struttura interna frammentata tra settori forti come tecnologia e sanità e comparti in contrazione, come industria e beni ciclici. Le tensioni commerciali e i timori di nuove misure protezionistiche hanno pesato sull’appetito per il rischio. In Europa, la crescita rimane debole, ma non recessiva: la domanda interna fatica a riprendersi, e le imprese mantengono una prudenza operativa legata al costo del credito e all’instabilità geopolitica. In Italia, la fiducia dei consumatori è risalita da 96,2 a 96,8, ma resta sotto la soglia neutra; la fiducia delle imprese manifatturiere è rimasta stabile a 87,3, a conferma di un tessuto produttivo in equilibrio ma privo di slancio. Questo contesto, sommato alle oscillazioni dei mercati valutari e all’incertezza sui tassi globali, ha creato un ambiente di trading difficile: range compressi alternati a spike improvvisi, volatilità direzionale bassa e numerosi falsi breakout. L’effetto combinato ha reso complesso ottenere continuità di performance, aumentando la dispersione tra risultati positivi e negativi. Le 28 operazioni complessive del mese riflettono bene questa dinamica: un numero moderato di setup, con una discreta selettività, ma con rendimento medio per trade ridotto dal peso delle fasi correttive. Dal punto di vista metodologico, settembre ha messo in luce alcune aree di miglioramento strutturale. La prima riguarda la pianificazione e gestione del rischio, dove i buffer operativi si sono rivelati troppo stretti per assorbire la volatilità di mercato. Serve introdurre un margine più elastico nella definizione degli stop e delle size, in modo da consentire una gestione meno rigida e più adattiva. La seconda area è quella del monitoraggio intermedio: review più frequenti avrebbero permesso di intercettare alcune deviazioni in anticipo, riducendo il danno cumulato di sequenze negative. La terza riguarda la prioritizzazione dei setup: in alcuni momenti la dispersione dell’attenzione su coppie secondarie ha diluito la qualità media dell’esecuzione. La quarta è legata alla comunicazione e disciplina interna: l’allineamento delle decisioni e la gestione dei feedback devono essere più strutturati e codificati. Tutto questo ha un valore enorme perché offre una mappa chiara dei punti di intervento. Il mese ha evidenziato che le difficoltà non derivano da errori concettuali o di metodo, ma da un deficit di struttura operativa e di coordinamento tattico. Ottobre diventa così il mese in cui queste lezioni devono essere tradotte in azioni concrete. L’obiettivo è chiaro: riportare la produttività e la coerenza esecutiva sopra la soglia dell’85-90%, ridurre il drawdown massimo al di sotto del 10%, e migliorare il tasso di successo verso il 55-60% medio, senza incrementare il rischio unitario. Per farlo sarà necessario introdurre una pianificazione più realistica, con margini temporali e operativi più ampi, implementare micro-review settimanali per monitorare la qualità delle decisioni, riorganizzare il flusso di lavoro con priorità chiare, e dedicare una quota fissa del tempo al miglioramento tecnico — che significa studio, test e ottimizzazione dei parametri di ingresso, uscita e gestione delle posizioni. In parallelo, occorre potenziare il monitoraggio dei KPI fondamentali: percentuale di obiettivo operativo raggiunto, tasso di consegna puntuale, errori o rilavorazioni per operazione, tempo dedicato all’analisi post-trade e deviazione media rispetto ai parametri previsti. Settembre ha chiuso con un bilancio numericamente debole, ma concettualmente forte. Lo 0,19% di ritorno può sembrare marginale, ma rappresenta la tenuta in un mese statisticamente avverso. Il drawdown del 17,56% indica che il rischio è stato effettivamente testato e contenuto entro limiti di sopravvivenza. E il 46,43% di success rate, pur inferiore alle aspettative, mostra che la struttura di base rimane simmetrica: basterà una calibrazione più fine dei rapporti rischio/rendimento per riportare la curva su un’inclinazione positiva. Nel contesto più ampio del 47° mese di attività, questi dati si leggono come una fase di decantazione: un momento in cui il sistema si misura con i propri limiti, accumula esperienza e costruisce fondamenta più solide per il ciclo successivo. È stata una palestra tecnica, non un arretramento. Ottobre, per contro, dovrà essere il mese dell’esecuzione rigorosa, del recupero di coerenza e del ritorno alla stabilità. Con disciplina, lucidità e capacità di analisi, c’è spazio non solo per recuperare performance, ma per chiudere l’anno con un profilo di crescita strutturale più maturo e sostenibile.
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